Le responsabilità dello psicologo nella presa in carico di clienti è descritta nell’articolo 28 del Codice Deontologico degli Psicologi.
Nella professione di pricologo lo strumento di lavoro è la persona stessa dello psicologo. Emerge, quindi la necessità di un limite netto tra vita privata e attività professionale. Il rischio è che il sostegno psicologico o psicoterapia si tramutino in qualcos’altro, non necessariamente negativo, ma sicuramente non in una relazione psicologica o psicoterapeutica.
E’ responsabilità dello Psicologo e solo sua quella di costruire setting relazionali “puliti” dalla propria vita privata.
Il professionista, come afferma Alberto Zucconi, è tenuto a lavorare in “scienza e coscienza” anche attraverso le supervisioni periodiche, la frequenza ad eventi formativi di aggiornamento.
L’iscrizione all’ordine degli psicologi, con tutti i miglioramenti che questo ordine può e deve apportare per la salvaguardia della professionalità dello psicologo, non è un mero fatto burocratico, ma una salvaguardia per i potenziali pazienti.
- Lo psicologo evita commistioni tra il ruolo professionale e vita privata che possano interferire con l’attività professionale o comunque arrecare nocumento all’immagine sociale della professione. Costituisce grave violazione deontologica effettuare interventi diagnostici, di sostegno psicologico o di psicoterapia rivolti a persone con le quali ha intrattenuto o intrattiene relazioni significative di natura personale, in particolare di natura affettivo-sentimentale e/o sessuale. Parimenti costituisce grave violazione deontologica instaurare le suddette relazioni nel corso del rapporto professionale.
- Allo psicologo è vietata qualsiasi attività che, in ragione del rapporto professionale, possa produrre per lui indebiti vantaggi diretti o indiretti di carattere patrimoniale o non patrimoniale, ad esclusione del compenso pattuito.
- Lo psicologo non sfrutta la posizione professionale che assume nei confronti di colleghi in supervisione e di tirocinanti, per fini estranei al rapporto professionale.
A cura della Dott.ssa Letizia Pianforini
Centro Studi Promesa